QUALI SONO I DIRITTI DI UN DIABETICO?

Intervista al Dott. Raffaele Scalpone, medico diabetologo e Presidente Nazionale dell’Associazione Italiana per la Difesa degli Interessi dei Diabetici.

Negli ultimi anni la vita dei diabetici è migliorata: la ricerca va avanti e le cure migliorano. Eppure, c’è un aspetto di cui si tiene poco conto quando si è malati perché presi nell’immediato ad affrontare la diagnosi e a fare i conti con la cura: i propri DIRITTI. Da subito un diabetico si rende conto che oltre alla lotta quotidiana con la malattia, deve affrontare tutta una serie di difficoltà, a partire dal diritto essenziale alla cura. Ecco perché è importante che il diabetico abbia a disposizione centri e medici specializzati a portata di mano.

  • In Italia tutti i diabetici possono avere lo stesso supporto dal punto di vista sanitario?

«Purtroppo no. In Italia, la legge 115 del 16 marzo 1987 tutela la condizione sociale e clinica di ogni persona con diabete. Si tratta di una legge quadro, di principi generali, la cui attuazione è affidata alle Regioni attraverso i piani sanitari regionali. Tuttavia non tutte le regioni si sono attivate in questa direzione allo stesso modo».

  • Quali sono i contenuti principali della legge 115?

«La legge stabilisce piani attuativi di progetti-obiettivo, azioni programmate e altre iniziative idonee dirette a fronteggiare la malattia del diabete mellito, considerata ad alto impatto sociale».

  • Quali sono i diritti meno tutelati dei diabetici?

«L’assistenza e la tutela del diabetico sul posto di lavoro».

  • In cosa consiste l’operato dell’Associazione Italiana per la Difesa degli Interessi dei Diabetici?

«L’A.I.D. si propone di divulgare informazione su tutto ciò che riguarda l’educazione e l’assistenza alla persona con diabete potenziando la sensibilità di autorità sanitarie preposte, istituzioni, case farmaceutiche, organi di informazione. Tale operato si concretizza anche attraverso la promozione di corsi di istruzione ai pazienti diabetici e ai loro familiari in modo da migliorare la qualità di vita di questi pazienti dal punto di vista medico e sociale».